martedì 2 febbraio 2010

A Single Man: quando gli orologi sono solo dei bellissimi oggetti di design


Il primo film di Tom Ford può essere riassunto in un paio di scene, quelle in cui vengono inquadrate dei bellissimi orologi di design, alla cui visione, però, non si prova alcuna emozione, un minimo senso di ansia o di felicità. Secondo le più ovvie aspettative il film è un perfetto prodotto d’immagine, dalle scenografie e fotografia impeccabili, all’accurata ricerca dei costumi e delle musiche. Quello che manca però al film, per essere definito tale, è un briciolo d’emozione, un aumento del battito cardiaco. Tutto scorre lento senza alcun cambio all’encefalogramma della trama. Manca quel senso del tempo che da perfetto set fotografico lo farebbe diventare un film compiuto appunto. I protagonisti non sono mai in ritardo, di corsa e proprio per questo hanno capelli sempre perfetti e camicie meticolosamente stirate. Vivono come in un set fantascientifico in cui i giovani, sorta di avatar degli anni ’60 non conoscono l’acne, l’obesità né tantomeno l’ineleganza. Vedere il primo film di Tom Ford è stato come ricevere in regalo un meraviglioso quanto atteso orologio di George Nelson, accorgendosi però al momento della carica che l’oggetto non è dotato di ingranaggio; un perfetto oggetto di design incapace però di svolgere la sua principale funzione: registrare il tempo, emozionare.

2 commenti:

  1. Ciao! Ho letto il tuo post come da link che mi hai mandato. E' così strano come un'opera possa dare reazioni così diverse. Io l'ho invece trovato emozionante, ammirevole. Ma forse le mie emozioni erano la reazione di fronte ad un oggetto artistico..un pò come l'urna greca per John Keats! ;) A presto!

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